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Quando il mondo o una singola nazione vivono un periodo molto difficile, solo l’indispensabile diventa importante.
Con la pandemia del Coronavirus e il successivo obbligo di rimanere in casa, il marketing e le vendite così come li abbiamo sempre conosciuti sono cambiati e non poco.
Cambiano le abitudini, e quindi cambia anche il modo di vendere servizi e prodotti, che deve adattarsi a nuove circostanze.
La compassione, la vicinanza, la solidarietà sono diventati i principi della comunicazione tra imprese e clienti.
Con milioni di persone che lavorano da casa, internet si è arricchito di utenti e i servizi di vendita online sono diventati per molti l’unico modo di continuare ad acquistare oggetti vari e cibo senza uscire di casa.
Come si può adattare la propria attività per continuare a lavorare in queste circostanze?
Rafforzare la presenza online
Internet è indispensabile per le aziende. Anche quando non ci sono emergenze mondiali in corso.
L’e-commerce, come testimonia questo articolo, ha naturalmente visto un aumento causato dall’obbligo di stare in casa imposto ai cittadini, molti dei quali hanno scoperto per la prima volta il piacere di fare acquisti in rete.
È fondamentale quindi aggiornare il proprio sito internet, le proprie pagine sui Social Media e il catalogo per la vendita online in modo che tutto sia pronto per essere apprezzato dai consumatori.
Sul sito internet aziendale si possono includere sezioni dedicate all’emergenza, includendo prodotti utili per trascorrere serenamente il tempo in casa, consigli, riflessioni e intrattenimento.
La presenza online di un’impresa si fa però più viva sui Social Media dove è presente la maggior parte delle persone, ed è qui che si può richiamare il grande pubblico.
Comunicare sui Social Media
Può sembrare facile, ma in pratica non lo è mai troppo.
Comunicare efficacemente sui social media per ottenere seguito e apprezzamento richiede sempre più creatività e conoscenza del marketing digitale.
Tuttavia, con l’alto numero di consumatori connessi, è anche più probabile essere notati e instaurare rapporti con i consumatori in vista di acquisti futuri.
Non esiste un modo perfetto per vendere durante un’epidemia, ma la genuinità di una comunicazione sincera e interessata a rapporti autentici è fondamentale per fare la differenza.
Offrire maggior valore
In momenti particolari è richiesto un impegno speciale.
Oltre a una semplice e-mail solidale, si può donare ai propri clienti qualcosa di utile e bello che dia loro la possibilità di ricordarsi di voi anche quando l’emergenza sarà conclusa.
I gadget promozionali di Maxilia.it come thermos personalizzati, tappetini ergonomici per mouse, caricabatterie, powerbank, penne con logo aziendale, taccuini e altri accessori per lavorare da casa faranno felici i vostri clienti e faranno loro capire che siete vicini e non solo con le parole.
Si tratta di un’idea di investimento che utilizza un marketing soft, capace di comunicare con rispetto e facendo qualcosa di utile in un momento così difficile.
Sito Web
Concentrarsi sullo sviluppo del sito web aziendale può essere un’ottima idea.
Che si venda online o meno, il sito internet è il biglietto da visita per chi ancora non conosce un brand e il posto che i vostri clienti affezionati adorano visitare per scoprire tutte le ultime novità.
Va quindi aggiornato e reso piacevole, con particolare attenzione alla customer experience e quindi al design e all’utilizzo del testo e della grafica.
In caso di problemi con le spedizioni, nessuna paura. Comunicare in modo trasparente è spesso la soluzione a possibili fraintendimenti e delusioni.
Newsletter
Quello che di solito è uno strumento perfetto per informare i consumatori circa novità e lanci di nuovi prodotti e servizi, in tempi duri diventa qualcosa di superfluo.
Quasi nessuno apprezza pubblicità insensibile quando nel mondo si vive un periodo di emergenza, quindi è meglio ripiegare su metodi di comunicazione più genuini e vicini alle persone, scrivendo messaggi solidali e dimostrando tutta la voglia di esserci anche quando non ci sono vendite da fare.
- By lavoro
Il mercato del lavoro in Sardegna si muove verso l'uscita dal tunnel della crisi, anche se in ritardo rispetto alla media nazionale e alla situazione di altre regioni. L'Isola ha, infatti, recuperato più del 76% dei posti di lavoro persi negli ultimi 10 anni, secondo Confartigianato Sardegna che evidenzia come le piccole imprese siano state artefici del 65,6% delle assunzioni nel biennio 2015-2017, con un tasso di creazione di posti di lavoro del 3,8%.
In tale contesto, le ultime analisi di Unioncamere, di luglio e agosto, mettono in luce come, nonostante la "fame" di posti di lavoro, ben 19 figure professionali artigiane risultino difficili da trovare. "In particolare - spiega Confartigianato - parliamo di Tecnici programmatori (difficoltà di reperimento del 57,0%), Tecnici esperti in applicazioni (55,6%), Analisti e progettisti di software (55,5%), Tecnici meccanici (55,3%), Elettrotecnici (54,9%), Ponteggiatori (53,7%), Altre professioni tecniche della salute (52,3%)".
Difficile trovare anche "tecnici della produzione e preparazione alimentare (51,9%), attrezzisti di macchine utensili e professioni assimilate (51,4%), sarti e tagliatori artigianali, modellisti e cappellai (51,1%), ingegneri energetici e meccanici (50,8%), tecnici elettronici (50,6%), operai addetti a macchinari per la filatura e la bobinatura (50,2%), saldatori e tagliatori a fiamma (48,8%), Disegnatori industriali e professioni assimilate (47,1%), conciatori di pelli e di pellicce (44,4%), specialisti di saldatura elettrica e a norme ASME (44,1%), operai macchine utensili automatiche e semiautomatiche industriali (43,2%) e Tecnici della produzione manifatturiera (43,1%)". In modo specifico per i mesi estivi, Unioncamere sottolinea la mancanza anche di estetisti, addetti alla ristorazione e tante altre figure legate al turismo.
"Anche nell'Isola c'è una forte necessità di mantenere allineata la qualità dell'offerta e della domanda di lavoro - dice Stefano Mameli, segretario regionale Confartigianato - per questo chiediamo che venga rifinanziata Legge regionale 12 del 2001, che mette a disposizione incentivi per le assunzioni degli apprendisti artigiani".
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Non pensavamo di dover specificare una cosa del genere, ma oggi un utente del sito, ci ha accusato del fatto che, secondo lei tutte le mail presenti negli annunci fossero sbagliate. Il motivo? L'utente metteva negli indirizzi mail il prefisso mailto: prima di ogni account di posta elettronica.
Infatti nel link all'indirizzo mail presente su ogni singolo annuncio si trova il comando html "mailto". Questo è il comando che dice al browser come comportarsi quando l'utente clicca sul collegamento interessato. Nel caso specifico quando si clicca su un indirizzo mail con questo comando, in automatico si apre il client di posta elettronica (outlook o simili).
Facendo invece copia incolla dell'indirizzo, a seconda del browser utilizzato, potrebbe comparire davanti dall'indirizzo di posta mailto:. Ad esempio
Sono alcune basi dell'informatica che magari tutti potrebbero non conoscere, ma questo non autorizza nessuno ad offendere il prossimo quando ci si trova davanti ad un proprio limite. Sardalavoro.it staff.
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Questa non è un offerta di lavoro, è un consiglio che vogliamo dare a chi è in cerca di un occupazione.
Attenzione alle 'prove non retribuite' richieste da imprese o agenzie per verificare le vostre competenze.
Alcuni nostri lettori/lettrici ci continuano a segnalare che un'impresa di pulizie a Cagliari, richieda ai candidati di effettuare una prova per verificare le capacità e velocità nell'effettuare.
E così in tanti si trovano a fare ben 7 ore di pulizie presso appartamenti e pulizie con la speranza di essere poi assunti.
Peccato che al termine delle ore eseguite regolarmente, si riceve sempre la solita risposta "ci dispiace ma non sei abbastanza veloce per le nostre esigenze"
Una nostra lettrice ci scrive "mi hanno fatto pulire 5 condomini in 7 ore, ma non potevano assumermi perchè dovevo pulirne almeno 6 per rientrare nei costi, una presa per il cu**)
E così ci si trova a lavorare gratis. Quindi diffidate da chi chiede una prova gratuita, sopratutto nei lavori di fatica come pulizie e facchinaggio. Purtroppo per questioni di privacy/legali non possiamo indicarvi l'impresa che grazie a questo "giochetto" ha fregato decine di persone, ma vi invitiamo a prestare attenzione e segnalare prontamente situazioni simili.
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Sicurezza informatica: una materia in continua evoluzione che coinvolge sia le grandi aziende che i singoli utenti. Si tratta anche di un'occasione dal punto di vista occupazionale, infatti, le figure professionali legate alla cosiddetta cyber security sono sempre più richieste, incluso il mercato italiano.
I vari casi Wannacry e Petya, per citarne solo due tra i più recenti, hanno portato all'attenzione del grande pubblico i rischi potenziali legati alla sempre crescente condivisione online di dati personali, a partire da quelli anagrafici ed economici: password, carte di credito e dati bancari che condividiamo durante i pagamenti on line, sono i principali obiettivi dei criminali informatici.
Come si muovono i colossi - Per fronteggiare i rischi legati al furto di dati sensibili e per proteggere i loro utenti tutte le più importanti corporations, soprattutto nel settore commerciale, bancario e del gaming online, hanno da tempo dotato le loro piattaforme di potenti sistemi crittografici che rendono quasi impossibile un attacco da parte di malintenzionati.
Anche il sistema creditizio si è mosso, nelle ultime settimane. La spinta è arrivata da una direttiva europea Psd2, entrata ufficialmente in vigore nel nostro Paese il 14 settembre, con forti novità per tutte quelle persone che utilizzano sistemi di pagamento informatici per i propri acquisti. Spariscono i vecchi token, sostituiti dalle app per smartphone e altri sistemi di riconoscimento, come l'impronta digitale, oltre all'obbligo per le banche di condividere con terze parti le informazioni sui propri correntisti. A patto, naturalmente, che il cliente autorizzi l'istituto di credito a farlo.
Formazione necessaria - Il punto di partenza può essere una delle molte lauree nel settore informatico, giuridico o tecnico, a cui poi aggiungere una qualifica più specifica, attraverso master e corsi di specializzazione successivi. Un percorso molto valido, secondo gli addetti ai lavori, è quello attivato dall'Università di Cagliari, con l'apposita laurea magistrale in “Computer engineering, cyber security and artificial intelligence”.
Nuove opportunità professionali - Dietro queste novità ci sono figure professionali molto ricercate sul mercato. Il settore è in continuo movimento ed è per sua natura molto trasversale: servono professionisti nella gestione dei sistemi, tecnici che aiutino a superare i rischi e infine sviluppatori di software ad hoc, per fronteggiare le continue minacce dei criminali informatici. Sul fronte poi delle singole professioni, sono almeno quattro le figure su cui puntare, per crearsi una posizione solida, in un mercato particolarmente fluido come quello legato al binomio tra web e sicurezza:
- ICT security manager: è la figura incaricata di gestire la sicurezza delle infrastrutture tecnologiche. Analizza, gestisce e valuta i rischi in tutti i sistemi informatici usati nell’azienda. Una figura ormai essenziale in ogni impresa;
- Data protection officer: si occupa del trattamento dei dati personali dei clienti che si rivolgono all'azienda. Osservare, valutare e favorire un loro corretto utilizzo resta la sfida quotidiana. Questa figura è sempre più richiesta da tutte le società che trattano molti dati sensibili, come banche, assicurazioni ma anche ospedali. Ciò rende necessaria una formazione giuridica;
- Chief information security officer: è il garante di tutti i dati e le informazioni, soprattutto in ottica GDPR, che un'azienda si trova a gestire durante le proprie attività. Monitora gli aspetti legati alla sicurezza e conduce test di efficienza, spesso in collaborazione con il DPO;
- Ethical Hacker: l’hacker etico attacca i sistemi informatici che deve proteggere, trovando prima degli altri le eventuali falle e proponendo soluzioni in materia di sicurezza informatica. Si tratta di una figura ancora poco nota in Italia, ma che rappresenta uno di profili in maggior crescita, anche sul fronte del reddito.
La Sardegna, in questo particolare segmento occupazionale, è una delle Regioni più attive d'Italia. Merito anche di una serie di progetti e start up che sono state capaci di ritagliarsi il loro spazio, superando una feroce concorrenza.
La strada non è facile, quando si parla di cyber security. Per chi ha talento, grinta e una forte abilità nel problem solving, però, le possibilità non mancano. Con buone prospettive di crescita occupazionale e di reddito, senza dover lasciare per forza l'isola, perché, nel mondo del web, è la Sardegna a importare professionalità ricercando figure lavorative qualificate, grazie alla buona collaborazione tra formazione, ricerca, settore pubblico e privati.
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