C’è chi parla di competenze trasversali e chi di abilità intangibili, ma qualunque sia la definizione che vogliamo dare all’espressione soft skills esse rappresentano una risorsa sempre più ricercata dai recruiter aziendali.
Il dizionario Treccani distingue tra hard skills (competenze cognitive) e soft skills (non cognitive) riconoscendo in queste ultime tutte quelle conoscenze che in qualche maniera esulano dal nostro bagaglio formativo, peraltro fondamentale e che riguardano molto più da vicino le nostre risorse interiori.
Sono queste caratteristiche a essere sempre più richieste nel mercato del lavoro, abilità acquisite con l'esperienza o attraverso hobby e passioni che si rivelano fattori determinanti nella scelta del candidato.
In fase di recruiting, infatti, i selezionatori tendono sempre più a valutare la capacità del candidato di risolvere problemi (problem solving), la sua flessibilità, le motivazioni interiori che lo spingono a scegliere un posto di lavoro anziché un altro, le capacità strategiche e l’attitudine a lavorare in gruppo. Non si tratta semplicemente di dimostrare la propria disponibilità a cambiare sede, ad esempio o a gestire un team, perché queste risorse devono già far parte del bagaglio esperienziale del candidato. Come?
È molto difficile acquisire le soft skills attraverso corsi di formazione o prepararsi al colloquio leggendo un manuale, perché sarebbe un po’ come pretendere di conoscere un paese straniero semplicemente osservandone la mappa. Per integrare le competenze non cognitive è necessario seguire un percorso diverso. E per farlo molto spesso è sufficiente seguire le proprie passioni.
Viaggiare molto ad esempio, oltre a rivelarsi un buon modo per trascorrere le ferie, permette di acquisire competenze in fatto di relazione, adattabilità e a migliorare le proprie abilità linguistiche. Un candidato in possesso di questi requisiti, acquisiti grazie a esperienze personali, avrà una marcia in più rispetto ad altri che non si sono mai mossi da casa.
Anche gli hobby e i giochi possono fare la differenza. Gli scacchi ad esempio richiedono capacità di attenzione, pazienza e tattica molto apprezzate dai recruiter aziendali, soprattutto per ruoli dirigenziali o manageriali. Così come il poker sportivo dove la strategia e la necessità di prendere decisioni sulla base di pochissime informazioni rientrano nelle soft skills apprezzate dalle aziende. Non è un caso allora che uno dei più celebri manuali manageriali sia stato scritto da Sun-Tzu più di duemila anni fa: le abilità di generali e comandanti rispecchiano molto da vicino le risorse strategiche del giocatore di poker professionista. E se invece la vostra passione fosse la barca a vela, nessun problema, visto che in questo caso la gestione dell’equipaggio, la capacità di valutazione dei rischi e non da ultimo il desiderio di avventura sono tutte skills che vi daranno una marcia in più nei colloqui di lavoro.
Il concetto è questo. Non vergognarsi di mettere in campo quelle qualità e risorse che fino a qualche anno fa venivano palesemente sottovalutate dai selezionatori. Perché se da un lato le esperienze lavorative, almeno nei primi passi che compiamo nel mondo del lavoro, sono necessariamente poche, abbiamo la possibilità di far valere le nostre soft skills come risorse importanti, anzi necessarie all’azienda per il cui posto ci candidiamo.
Un tour operator che cerca guide o accompagnatori di viaggio ha bisogno di candidati che oltre ad essere in possesso dei titoli necessari a svolgere la professione, siano loro stessi viaggiatori. Se un’azienda cerca un event planner la creatività sarà particolarmente premiata, così come la flessibilità e una buona dose di resilienza. E queste sono risorse che si acquisiscono dall’esperienza personale. Quel corso di clownerie fatto per gioco due estati fa, potrebbe rivelarsi importante. Così come il corso di scrittura creativa che avete seguito con grande passione quest’inverno potrebbe aprirvi la strada per il vostro prossimo lavoro.
Tante più saranno le soft skills da affiancare alle conoscenze forti (hard skills) tanto maggiori saranno le opportunità di essere selezionati a un colloquio. Le aziende infatti stanno sempre più valutando la personalità dei candidati e le loro inclinazioni, perché riuscire a conciliarle non è solo il sogno di chiunque cerca lavoro, ma anche una garanzia di successo per l’azienda.