azzardo

L’Italia è un paese strano dal punto di vista del gioco e delle scommesse. Ha una pessima concezione del gioco tra malaffare e ludopatia senza, però, considerare il settore come una delle industrie più redditizie al mondoPensiamo un attimo alle cifre: prima del Covid (nonostante le misure di contrasto alla ludopatia come il Decreto Dignità del 2018) l’industria del gioco garantiva introiti allo Stato per circa 10 miliardi di euro all’anno. Stiamo parlando di cifre incredibili che, nonostante le chiusure forzate delle sale giochi e agenzie di scommesse dovute al lockdown, ha portato a una crescita del gioco online esponenziale.

Se, infatti, da una parte abbiamo i danni arrecati ai lavoratori dall’altra i casinò online AAMS italiani hanno vissuto il loro boom. I migliori casinò (ricordiamo che quelli online AAMS sono legali, come conferma questo sito internazionale) hanno quindi sopperito al disastro del settore aumentando gli introiti con cifre impensabili dieci anni fa. Grazie ai siti e alle app, il mercato online ha salvato tutta l’industria del gaming e ha, anzi, conquistato

milioni di utenti in tutto il mondo. Ma, purtroppo, questo non ha frenato la deriva contrattuale degli impiegati, cioè di quelli che, fisicamente, hanno lavorato (e lavorano) in sale bingo, giochi e scommesse. 

Quali sono stati i danni dovute alle restrizioni?

Il mondo del lavoro, in Italia, è sempre in bilico, si è sempre alla ricerca di offerte che cambino, in un certo qual modo, in meglio, la nostra esistenza. E se si pensa ai tantissimi (migliaia) impiegati che hanno subito restrizioni e chiusura forzata delle sale giochi forse possiamo arrivare a capire il danno subito. Chiusura che ha portato, oltretutto, altri due problemi: il primo è che le casse dello Stato hanno perso circa 5 miliardi di euro, il secondo è il grande aumento del gioco illegale.

Lo stesso direttore generale, Marcello Minenna, dell’ADM (Agenzia Dogane e Monopoli) ha ribadito che, durante il lockdown, c’è stata una vera e propria esplosione del gioco d’azzardo che ha favorito la criminalità organizzata con guadagni da capogiro. A pagare, però, lo scotto più grande sono stati i lavoratori del settore che non si sono sentiti tutelati dal Governo rispetto a cassa integrazione e perdita del lavoro (in molti casi). Gli oltre 180mila impiegati si sono ritrovati, senza nessuna colpa, a vivere il momento peggiore delle loro vite. E il Decreto Ristori, misura adottata per sollevare alcune categorie duramente colpite dal Covid, ha coperto meno del 10% delle perdite subite. Speriamo, comunque, che con l’allentamento delle misure di sicurezza, tutto il settore fisico possa riprendersi in maniera adeguata e risolutiva. 

In Lazio si stima una perdita di 7mila posti di lavoro

La notizia è fresca e non è delle migliori per il settore: il 97% del territorio urbano del Lazio non potrà ospitare bingo, slot e altre attività legate al gioco d’azzardo con una perdita di 7mila posti di lavoro. Una nuova legge regionale (che entrerà in vigore il 28 agosto) prevede che le sale bingo, giochi e sale scommesse conservino una distanza di 500 metri da luoghi considerati sensibili: scuole, centri anziani, centri giovanili, strutture (residenziali e semiresidenziali) socio assistenziali e sanitarie, luoghi di culto. Questo divieto, oltretutto, tocca anche le strutture già esistenti, quindi attività che sono già aperte da anni e che dovranno cambiare sede.

Questo colpo, secondo il Presidente di Acadi Geronimo Cardia, rischia di rivelarsi fatale per migliaia di lavoro con l’aumento (già pronosticato) del mercato illegale. Ci sono a rischio 680 attività in tutta la regione, con un danno di circa un miliardo di euro, circa il 10% del mercato italiano. Non solo: il problema delle restrizioni e dei divieti comporta, in maniera naturale, una ricerca spasmodica del gioco a tutti i costi. E se il mercato legale è fermo il mercato illegale prolifera senza, però, nessun tipo di garanzia per i giocatori che si ritroveranno, in maniera confusionaria, a vivere situazioni molto ambigue e pericolose. E non è giusto per nessuno. Si attendono sviluppi e speriamo che siano meno restrittivi. 


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