Il tema dell’accessibilità negli edifici è sempre più centrale, in particolar modo in un contesto in cui la popolazione invecchia e cresce l’attenzione verso le esigenze delle persone con mobilità ridotta. Il bonus barriere architettoniche rappresenta uno strumento concreto per rendere gli ambienti inclusivi, favorendo l’abbattimento degli ostacoli fisici. Come funziona oggi questo incentivo e chi ne ha diritto? Analizziamo insieme i punti principali.
Che cos’è il bonus barriere architettoniche?
Il bonus barriere architettoniche è un’agevolazione fiscale introdotta per favorire interventi volti a migliorare l’accessibilità degli edifici esistenti. La misura, attualmente valida per le spese sostenute dal 1° gennaio 2022 al 31 dicembre 2025, consente di beneficiare di una detrazione Irpef pari al 75% dell’importo speso, ripartita in 10 quote annuali di pari importo nella dichiarazione dei redditi.
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La finalità del bonus è quella di sostenere i lavori destinati a eliminare ostacoli che compromettono la mobilità delle persone, sia in modo permanente che temporaneo. La base normativa si fonda sull’articolo 2 del DM n. 236 del 1989 e sul DPR n. 503 del 1996, che definiscono le barriere architettoniche come tutti quegli elementi fisici o sensoriali che limitano la libertà di movimento, l’orientamento e l’accessibilità.
In pratica, il bonus incentiva gli interventi volti a:
- eliminare impedimenti fisici alla mobilità, in particolare per chi ha difficoltà motorie;
- facilitare l’utilizzo sicuro e comodo di spazi, arredi e impianti;
- integrare accorgimenti visivi, tattili o sonori per agevolare l’orientamento di persone con disabilità sensoriali.
Quali sono i requisiti richiesti?
L’accesso al bonus barriere architettoniche è riservato a una platea ben definita di beneficiari. Sebbene l’agevolazione sia indirizzata principalmente alle famiglie, può essere richiesta anche da altri soggetti, a condizione che siano proprietari o aventi titolo su edifici già esistenti.
Nel dettaglio, possono accedere al bonus:
- le persone fisiche proprietarie di immobili, incluse quelle che detengono un diritto reale (usufrutto, uso, abitazione o superficie);
- i condomini, rappresentati dall’amministratore o da uno dei condomini delegati, per gli interventi sulle parti comuni;
- i locatari o comodatari, previa autorizzazione del proprietario;
- le cooperative di abitazione a proprietà indivisa;
- gli enti del terzo settore e le associazioni che svolgono attività assistenziali, sociali o sanitarie.
Si evidenzia che il bonus si applica esclusivamente agli edifici già esistenti: non sono ammessi interventi su nuove costruzioni.
Cosa rientra nel bonus barriere architettoniche
Negli ultimi mesi, il bonus barriere architettoniche ha subito alcune modifiche sostanziali, in particolare a seguito del decreto-legge n. 212 del 29 dicembre 2023. Questo provvedimento ha ristretto il perimetro degli interventi ammessi all’agevolazione, escludendo alcune tipologie di lavori che in passato rientravano nella detrazione.
Attualmente (salvo ulteriori modifiche), il bonus copre unicamente le spese sostenute per interventi che riguardano:
- scale interne o esterne, laddove la loro conformazione ostacoli la mobilità;
- rampe, realizzate per sostituire o integrare le scale;
- ascensori, sia nuovi che oggetto di adeguamento;
- servoscala, dispositivi meccanici per facilitare la risalita delle scale;
- piattaforme elevatrici, soluzioni verticali per superare dislivelli.
È utile ricordare che, per poter accedere all’incentivo, i lavori devono essere effettivamente finalizzati all’abbattimento delle barriere architettoniche, con soluzioni che rispettino i criteri stabiliti dal DM 236/1989, come le dimensioni minime degli spazi di manovra e l’inclusione di ausili per l’orientamento.